Travaglio di parto: qual’e’ la corretta assistenza alla donna?

L’assistenza alla donna in travaglio deve avvenire in condizioni amichevoli e rilassate, tali da generare fiducia e ridurre l’ansia correlata all’evento, la paziente non deve mai essere lasciata sola, non deve essere somministrato cibo ma se necessario un supporto di liquidi e zuccheri per via endovenosa, somministrare ossigeno quando necessario, controllata la temperatura materna. E’ inoltre importante assicurarsi che la paziente svuoti regolarmente la vescica e consigliabile verificare la necessità di favorire l’evacuazione mediante clistere o supposte.

In certe situazioni, se la paziente lo richiede o se il protrarsi del travaglio è eccessivo e le condizioni generali lo consentono, può essere utile la partoanalgesia mediante anestesia epidurale, procedura sicura ed efficace nel ridurre sensibilmente i dolori del parto, largamente utilizzata da decenni in tutto il mondo.

Il momento espulsivo può avvenire nella classica posizione ginecologica-dorsale, ma anche in altre posizioni più gradite alla paziente, se le condizioni lo consentono. Può essere necessario agevolare ed accelerare la fuoriuscita della testa fetale mediante un piccolo taglio chirurgico del perineo chiamato “episiotomia”, previa disinfezione ed infiltrazione della parte con anestetico locale.

Si agevola la fuoriuscita del corpo fetale e si attende l’espulsione della placenta. Una volta fuoriuscita la placenta l’ostetrico/a che ha assistito al parto deve verificare che non siano rimasti frammenti placentari in utero e che il viscere uterino sia ben contratto, che non ci siano sanguinamenti in atto. Deve essere infine quantificata e registrata la perdita ematica complessiva, controllati i genitali esterni e la vagina materna e suturate eventuali lacerazioni.

 

 

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