Giudizi e testimonianze su casi di malasanità
Alcuni casi di successo dell’associazione Iride
La sig.ra Maria, di anni 24, si è rivolta all’Associazione riferendo che al termine di una gravidanza decorsa regolarmente, fu ricoverata presso il Reparto di Ginecologia di una Struttura Ospedaliera dell’Emilia Romagna per travaglio di parto.
Durante il travaglio di parto si manifestarono segni di sofferenza fetale al tracciato cardiotocografico che non furono prontamente rilevati dai sanitari con conseguente tradivo accesso al taglio cesareo. L’attesa eccessiva da parte dei sanitari causò un danno da sofferenza ipossica al feto.
La valutazione del caso da parte dei professionisti convenzionati ha consentito di individuare responsabilità a carico dei sanitari dell’Azienda Sanitaria interessata e di avanzare quindi una richiesta di risarcimento alla stessa. La vicenda si è conclusa con il riconoscimento di un significativo risarcimento dopo trattativa stragiudiziale.
Maria
La sig.ra Paola, di anni 56, a seguito del riscontro di anemia e di fibromatosi uterina, su indicazione del proprio ginecologo, si sottopose ad intervento chirurgico di isterectomia. Nel periodo postoperatorio si manifestò una peritonite ed una dilatazione dell’uretere sinistro. Fu necessario un intervento chirurgico di laparotomia esplorativa nel corso del quale fu rilevata una lesione dell’uretere sinistro che fu riparata. La sig.ra si rivolse all’Associazione che, all’esito di attenta valutazione del caso da parte dei professionisti convenzionati, consentì di avanzare una richiesta di risarcimento all’Azienda Sanitaria che portò alla definizione stragiudiziale della vicenda, con riconoscimento di un equo risarcimento.
Paola
Il sig. Carlo, di anni 55, si è rivolto all’Associazione per un caso di omessa diagnosi di frattura del calcagno. Lo stesso si rivolse al pronto soccorso dell’Ospedale di Arezzo a seguito di una caduta accidentale e, visitato dai sanitari previa esecuzione di esame RX, fu dimesso con diagnosi di semplice contusione. La frattura al calcagno fu diagnosticata solamente il mese successivo. Tale ritardo ha determinato un peggioramento della frattura con conseguenze dannose più importanti.
La valutazione del caso da parte dei professionisti convenzionati ha consentito di individuare responsabilità a carico dei sanitari dell’Azienda Sanitaria interessata e di avanzare quindi una richiesta di risarcimento alla stessa con conferma dell’esistenza di un ritardo diagnostico.
Carlo
Il sig. Antonio è deceduto per shock emorragico a distanza di due settimane da un intervento di By-pass femoro-popliteo a cui fu sottoposto per una grave patologia ostruttiva dei vasi dell’arto inferiore.
Si sono rivolti alla nostra Associazione i figli del paziente per verificare se vi fossero state carenze nell’assistenza sanitaria prestata al congiunto. Dall’analisi del caso, effettuata da esperti medico-legali e da uno specialista in chirurgia vascolare ha consentito di rilevare un ritardo nel trattamento della complicanza emorragica.
Una diagnosi precoce avrebbe consentito di riparare chirurgicamente la sutura dei vasi che aveva ceduto, permettendo di salvare la vita del paziente.
È stata avanzata per conto degli eredi una richiesta di risarcimento nei confronti dell’Azienda Sanitaria. È tuttora pendente una causa civile per la salvaguardia dei diritti degli eredi.
Antonio
Si è rivolta alla nostra Associazione la sig.ra Claudia, madre di una bambina di 3 anni portatrice di malformazioni cardiache e scheletriche. Le suddette malformazioni non furono individuate in epoca prenatale in occasione delle indagini ecografiche eseguite. La mancata diagnosi prenatale non ha consentito alla sig.ra di esercitare il suo diritto di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. Accertata dagli specialisti convenzionati con la nostra Associazione l’effettiva esistenza di un errore nella diagnosi prenatale, è stato possibile avanzare una richiesta di risarcimento per danno da nascita indesiderata La sig.ra si rivolse all’Associazione che, all’esito di attenta valutazione del caso da parte dei professionisti convenzionati, consentì di avanzare una richiesta di risarcimento all’Azienda Sanitaria che portò alla definizione stragiudiziale della vicenda, con riconoscimento di un equo risarcimento.
Claudia
Abbiamo assistito con successo il Sig. Alberto, di anni 80, vittima di un errore medico da parte dei sanitari dell’ASL di Arezzo ai quali si era rivolto per un problema urologico. Nel corso dell’intervento chirurgico, iniziato endoscopicamente e poi convertito in open senza il preventivo consenso del paziente, subì una lesione intestinale con conseguente peritonite diffusa. Si rese necessario un nuovo intervento chirurgico in urgenza per riparare la lesione dell’intestino e per confezionare una colonstomia di cui tutt’oggi il paziente è portatore.
Grazie all’intervento dei professionisti convenzionati con la nostra Associazione, in pochi mesi, è stato possibile ottenere stragiudizialmente un importante risarcimento per il danno subito dal pazien
Alberto
La sig.ra Martina si è rivolta alla nostra Associazione per il decesso del marito, avvenuto per una neoplasia polmonare diagnosticata con grave ritardo.
I sanitari di un’Azienda Ospedaliera toscana non rilevarono la presenza di un nodulo polmonare sospetto in occasione di un esame radiografico del torace eseguito nell’ambito di controlli di routine.
Solo a distanza di tre anni, per la comparsa di dolore alla schiena, furono eseguiti approfondimenti che evidenziarono la presenza di metastasi ossee da tumore polmonare.
La lettura corretta del primo esame radiografico avrebbe permesso di diagnosticare il tumore in una fase ancora iniziale.
Martina
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