Risarcimento danni da parto: guida pratica su malasanità in gravidanza e al parto

Risarcimento danni da parto — mano di neonato

Questa guida spiega quando si può chiedere un risarcimento danni da parto, quali errori assistenziali ricorrono in gravidanza e al parto, come si valutano nesso causale e danni, e quali documenti servono per una pre-valutazione.
IRIDE è un’Associazione no-profit: offriamo una pre-valutazione documentale gratuita con professionisti esperti in malasanità. Ti aiutiamo a capire se e quando ha senso procedere, con serietà e metodo.

Per gli aspetti clinici vedi:
Cardiotocografia (CTG),
Sofferenza fetale e
Cesareo d’urgenza.

Pre-valutazione documentale gratuita (IRIDE no-profit)

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Risarcimento danni da parto: quando un errore assistenziale in gravidanza, travaglio o parto provoca un danno a madre o neonato, si può valutare la responsabilità sanitaria e chiedere un risarcimento. In questa guida vediamo i casi tipici, come leggere la documentazione e con quali criteri medico-legali si accerta il nesso causale.

Per le regole generali su malasanità e l’iter dopo la Legge Gelli, leggi la nostra guida: Risarcimento malasanità: come ottenerlo.

Errori in gravidanza: cosa può andare storto

La gravidanza è fisiologica ma “delicata”: l’assistenza deve seguire linee guida e buone pratiche, con personalizzazione motivata in cartella. Errori ricorrenti in ottica medico-legale includono: omissione di visite/esami raccomandati, sottovalutazione di fattori di rischio, ritardi nell’invio a consulenze di secondo livello, comunicazioni e consensi incompleti.

Ecografia ostetrica durante la gravidanza (immagine illustrativa)
Controllo in gravidanza: ecografia ostetrica. Errori tipici e tutele.

 

Nota pratica: ciò che non è fatto o non è documentato è difficile da dimostrare. Una cartella completa tutela la paziente e gli operatori.

Linee guida in gravidanza: perché contano anche ai fini del risarcimento danni da parto

Controllo ostetrico in ambulatorio (visita in gravidanza)
Linee guida e “agenda” della gravidanza: cosa non dovrebbe mancare.

Le linee guida trasferiscono nella pratica clinica le migliori evidenze: orientano visite, esami e decisioni, lasciando spazio a una personalizzazione motivata quando il caso lo richiede. In ottica medico-legale, seguire (o motivatamente discostarsi da) raccomandazioni aggiornate e documentarlo in cartella riduce il rischio di errori e facilita la verifica del nesso causale in caso di richiesta di risarcimento danni da parto.

Agenda della gravidanza (Sistema Nazionale Linee Guida – Istituto Superiore di Sanità)

L’“agenda” riassume gli accertamenti essenziali per la gravidanza fisiologica. In breve:

Primo trimestre (entro 12+6 settimane)

  • Prima visita ostetrica (idealmente entro 10 settimane) con anamnesi, indice di massa corporea (IMC) e misurazione della pressione arteriosa.
  • Esami ematochimici iniziali (gruppo/Rh, emocromo, principali test infettivi, ecc.).
  • Ecografia di datazione dell’epoca gestazionale.
  • Opzione di screening per anomalie cromosomiche (ad es. combinato tra 11 e 13+6 settimane).

Secondo trimestre (13–27+6 settimane)

  • Revisione degli esami e piano assistenziale personalizzato.
  • Valutazione emoglobina e supplementazione di ferro quando indicato.
  • Test orale di tolleranza al glucosio (OGTT) secondo fattori di rischio/epoca.
  • Ecografia morfologica (circa 19–21 settimane).

Terzo trimestre (da 28 settimane al termine)

  • Controlli clinici periodici, pressione arteriosa ed esami di follow-up.
  • Verifica della presentazione fetale (circa 36 settimane) e counselling su rivolgimento se podalico.
  • Informazioni su travaglio/parto, allattamento e screening/neonatologia.

Per i dettagli operativi: Agenda della gravidanza – Ministero della Salute (PDF)
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1436_allegato.pdf

Ecografie: standard di esecuzione

Le ecografie ostetriche dovrebbero seguire standard condivisi della Società Italiana di Ecografia Ostetrica e Ginecologica (SIEOG), con referto completo e, quando indicato, immagini allegate. Anche qui vale la regola: ciò che è documentato tutela la paziente e gli operatori.
Linee guida SIEOG: https://www.sieog.it/linee-guida-2015/

Nota medico-legale

Lo scostamento dalle linee guida è possibile quando motivato dal quadro clinico; è fondamentale spiegarlo in cartella e condividerlo con la paziente (consenso informato). In caso di evento avverso, una documentazione accurata consente una ricostruzione chiara dei fatti e una corretta valutazione della responsabilità.

Valutazione del benessere fetale: l’esame cardiotocografico

La cardiotocografia (CTG) registra insieme la frequenza cardiaca fetale e le contrazioni uterine. L’interpretazione corretta richiede contesto clinico (epoca gestazionale, movimenti fetali, febbre materna, farmaci), qualità del segnale e osservazione nel tempo.

Cosa si osserva in un tracciato

  • Frequenza basale (valore medio in assenza di stimoli prolungati)
  • Variabilità (piccole oscillazioni fisiologiche, di norma rassicuranti)
  • Accelerazioni (aumenti transitori, spesso correlati ai movimenti fetali)
  • Decelerazioni (precoci, variabili, tardive: contano relazione con le contrazioni, profondità e persistenza)

Nota clinico–organizzativa: imposta la carta a 1 cm/min, evita il decubito supino prolungato, verifica la frequenza cardiaca materna nel secondo stadio e archivia integralmente i tracciati (con backup se digitali).

Il tracciato cardiotocografico: come leggerlo senza fraintendimenti

Per interpretare il tracciato servono tre elementi: contesto clinico, qualità del segnale e osservazione nel tempo. I quattro parametri vanno letti insieme: frequenza basale, variabilità, accelerazioni e decelerazioni (relazione con le contrazioni, profondità, persistenza).

Classificazione pratica (in sintesi)

  • Tipo 1 (rassicurante): variabilità conservata, assenza di decelerazioni significative. Condotta: proseguire il monitoraggio.
  • Tipo 2 (intermedio): elementi fuori range senza criteri di tipo 3. Condotta: misure correttive, rivalutazioni ravvicinate e documentate.
  • Tipo 3 (patologico): variabilità assente con decelerazioni ricorrenti, bradicardia prolungata o pattern sinusoidale. Condotta: valutazione urgente per espletamento del parto se non c’è rapido miglioramento.

Accortezze organizzative: imposta la carta a 1 cm/min, evita decubito supino prolungato, controlla la frequenza cardiaca materna nel secondo stadio e archivia integralmente i tracciati (con backup se digitali).

Per esempi e casistiche dettagliate: Cardiotocografia (CTG): segnali da riconoscere e cosa fare.

Errori in travaglio e fase espulsiva: impatto sul risarcimento danni da parto

Travaglio e fase espulsiva del parto — errori assistenziali più frequenti (CTG, ritardi decisionali, segni di rottura d’utero)
Travaglio e fase espulsiva: errori tipici da prevenire.

Durante il travaglio e la fase espulsiva del parto, possono senza dubbio verificarsi errori medici rappresentati principalmente da:

  • erronee valutazioni dei tracciati cardiotocografici, con una sottostima del rischio ipossico fetale;
  • ritardi nella decisione di procedere con un taglio cesareo;
  • mancato riconoscimento di segni di rottura d’utero e prosecuzione delle manovre del parto assistito senza ricorso al taglio cesareo.

Nota medico–legale: una documentazione puntuale di orari, misure adottate e risposta osservata rende tracciabile il processo decisionale e riduce le controversie.

Per i criteri clinici che orientano verso un cesareo d’urgenza, vedi:
Cesareo d’urgenza – quando è necessario e cosa sapere.

Quando è indicato il taglio cesareo ed entro quanto deve essere eseguito?

Se durante il travaglio emergono gravi alterazioni del tracciato cardiotocografico o altre criticità ostetriche, va posta indicazione a un taglio cesareo in urgenza/emergenza. Anche a fronte di corretta diagnosi, nelle controversie si discute spesso la tempestività dell’esecuzione del cesareo.

Indicazioni in urgenza/emergenza

L’indicazione nasce da segni di probabile compromissione fetale (es. tracciato CTG patologico persistente) o da eventi sentinella materno-fetali. L’obiettivo è ridurre il rischio ipossico legato alla prosecuzione del travaglio.

Tempi di esecuzione (“decision-to-incision”)

Le principali raccomandazioni indicano come ottimale un intervallo entro 30 minuti dalla decisione all’incisione cutanea. Il limite va inteso in senso organizzativo e non come standard rigido e assoluto; è generalmente ritenuto ancora adeguato un tempo ≤ 45 minuti, in base al contesto clinico e alle risorse disponibili.

Nota organizzativa: l’intervallo decision-to-incision dipende da fattori clinici e logistici (sala operatoria, équipe, anestesia). È essenziale documentare orari e passaggi (decisione, trasferimento, incisione).

Profili medico-legali

Il mancato rispetto dei tempi ragionevoli, quando clinicamente necessario, può configurare incongruità assistenziale o criticità organizzative della struttura (es. indisponibilità sala, ritardi di attivazione). La tracciabilità in cartella clinica consente di valutare necessità, urgenza e tempestività.

Per un approfondimento operativo vedi anche:
Cesareo d’urgenza — quando è necessario e cosa sapere.

La sofferenza fetale intrapartum

L’evento più temuto durante il parto è la sofferenza ipossico-ischemica fetale, dovuta a ridotta ossigenazione con ipossia, ipercapnia e possibile acidosi metabolica. Il tessuto più vulnerabile è l’encefalo: gravità e durata dell’insulto condizionano l’entità del danno. Qualora la compromissione non venga riconosciuta e trattata tempestivamente (es. espletamento del parto), può determinarsi un esito grave fino al decesso.

Travaglio in sala parto (fase espulsiva)
Sofferenza fetale intrapartum: valutazione clinica e documentale del rischio ipossico.

 

Non tutte le lesioni neurologiche originano dal parto: alcuni eventi si instaurano prima del travaglio o sono legati a condizioni materno-fetali preesistenti. In letteratura, una quota minoritaria dei casi di paralisi cerebrale è attribuibile all’asfissia intrapartum; per questo, in sede medico-legale, è essenziale ricostruire i tempi dell’evento e il nesso causale con l’assistenza ricevuta.

Segnali clinici e strumentali che devono allertare

  • Tracciato CTG patologico persistente o non migliorato da misure conservative.
  • Eventi sentinella (es. distacco di placenta, prolasso di funicolo, rottura d’utero).
  • Meconio denso associato a CTG non rassicurante e quadro clinico compatibile.
  • Iperstimolazione uterina con segni di compromissione fetale.

Quando questi elementi sono presenti, le scelte devono essere tempestive, motivate e documentate (misure adottate, risposta osservata, tempi decisionali e, se indicato, esecuzione del parto).

Risarcimento danni da parto: quando si può chiedere

Il risarcimento danni da parto è valutabile quando risultano integrati tre elementi chiave, ricostruibili dalla documentazione clinica:

  • Danno: lesione alla madre e/o al neonato (fisica, funzionale, neurologica) con esiti documentati.
  • Condotta inadeguata (colpa sanitaria): violazione di raccomandazioni/linee guida o di buone pratiche (omissioni, ritardi, errata interpretazione di segnali clinico-strumentali, carenze organizzative).
  • Nesso causale: relazione più probabile che non tra condotta e danno, valutata nel contesto clinico e temporale (trend CTG, interventi eseguiti e tempi).

Nota: i termini di prescrizione e la strategia (azione verso struttura e/o professionisti) dipendono dal caso concreto e dal quadro normativo applicabile. È opportuno un confronto peritale preliminare per scegliere il percorso più idoneo.

Documenti per la pre-valutazione: consulta la lista completa e le istruzioni qui →
Documenti da inviare per la valutazione.

Per i profili clinici di dettaglio, vedi:
Cardiotocografia (CTG) e
Sofferenza fetale.

Errore medico durante il parto: criteri per il risarcimento danni da parto

Per accertare se un errore assistenziale al parto abbia causato il danno, si valutano in modo integrato i segni neonatali, gli eventi intrapartum e il quadro clinico-strumentale. Più elementi convergono, maggiore è la probabilità che l’ipossia-ischemia intrapartum abbia avuto un ruolo causale.

Criteri medico-legali per il risarcimento danni da parto: valutazione di cartella clinica e tracciati CTG
Errore medico durante il parto: integrazione di evidenze cliniche, tracciati e tempi decisionali.

 

  1. Segni neonatali compatibili con evento acuto intrapartum
    • Indice di Apgar < 5 al 5° e 10° minuto.
    • Acidosi metabolica da arteria ombelicale (pH < 7,00 e/o base deficit ≥ 12 mmol/L).
    • Evidenze di danno cerebrale acuto a risonanza magnetica o spettroscopia compatibili con insulto ipossico-ischemico.
    • Interessamento multiorgano in linea con sindrome ipossico-ischemica.
  2. Fattori compatibili con evento acuto periparto/intraparto
    • Eventi sentinella: distacco di placenta, prolasso di funicolo, rottura d’utero, vasi previ con emorragia fetale, embolia da liquido amniotico.
    • Tracciato CTG coerente con compromissione acuta e non responsivo alle misure conservative.
    • Imaging compatibile con danno cerebrale acuto (tempi e pattern lesionali coerenti).
    • Esclusione di altre cause (traumi, coagulopatie, condizioni infettive o genetiche).
  3. Quadro neurologico neonatale
    • Encefalopatia ipossico-ischemica con segni clinici precoci (tono, vigilanza, convulsioni) e conferme strumentali.
    • Forme gravi di paralisi cerebrale infantile (es. quadriplegia spastica o discinetica) in coerenza con la storia clinica.

Nota: la ricostruzione del nesso causale richiede un’analisi cronologica accurata (trend CTG, misure adottate, tempi decisionali, espletamento del parto) e la verifica della coerenza tra segni neonatali, eventi intrapartum e referti.

Risarcimento danni da parto: documenti da inviare per la valutazione

Per verificare se esistono i presupposti per un risarcimento danni da parto servono atti clinici completi e ordinati. Il PDF leggibile (testo selezionabile) accelera i tempi e riduce gli errori.

Documenti utili (se disponibili)

  • Tracciati cardiotocografici (CTG) e referti correlati (con indicazione di orari e impostazioni).
  • Partogramma e note infermieristiche/ostetriche con tempi degli eventi e misure adottate.
  • Referti ecografici e consulenze ostetriche effettuate in gravidanza e in travaglio.
  • Consenso informato, schede di sala parto e lettera di dimissione.
  • Registri di somministrazione (ossitocina, tocolisi), con orari e dosaggi.
  • Gasanalisi del cordone (pH, pCO₂, HCO₃⁻, base deficit) e indici neonatali (Apgar, eventuale EEG/RM).
  • Valutazione anestesiologica (ipotensioni, tempi di anestesia/analgesia).
  • Eventuali accessi/triage precedenti in gravidanza con documentazione allegata.

Come preparare e inviare i file

  • Richiedi la copia digitale alla struttura (URP/Segreteria): spesso è gratuita o con costi minimi.
  • Se hai solo carta, scansiona o fotografa in luce uniforme e unisci in un singolo PDF per ogni documento.
  • Nomina i file in modo riconoscibile (es. cognome_nome_documento_data.pdf).
  • Verifica che il testo sia selezionabile (OCR) per velocizzare la pre-valutazione.

Pre-valutazione documentale gratuita (IRIDE no-profit)

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Domande frequenti (FAQ)

Quando si ha diritto a un risarcimento danni da parto?
Quando un errore assistenziale in gravidanza, travaglio o parto ha causato un danno a madre o neonato e il nesso causale può essere provato con la documentazione clinica.

Qual è il ruolo del tracciato cardiotocografico (CTG) in sede medico-legale?
Il CTG documenta frequenza cardiaca fetale e contrazioni uterine; è centrale per ricostruire tempi, trend e decisioni cliniche, insieme a partogramma e note.

Quanto conta il tempo “decision-to-incision” nel cesareo d’urgenza?
È un indicatore organizzativo spesso considerato intorno ai 30 minuti, ma la valutazione resta caso per caso e dipende dal contesto clinico e dalla risposta alle misure adottate.

Quali documenti sono indispensabili per la valutazione?
CTG, partogramma, note, referti ecografici e consulenze, schede di sala, consenso informato, lettera di dimissione; se disponibili, gasanalisi del cordone e registri con orari (ossitocina/tocolisi).

Quanto tempo ho per agire?
I termini di prescrizione variano in base al caso e al tipo di azione. È prudente procedere tempestivamente dopo aver raccolto la documentazione.

La copia digitale (PDF) ha un costo?
Spesso no, o ha costi minimi. Molte strutture rilasciano la documentazione in formato digitale su richiesta.


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