Le prove mediche nella richiesta di risarcimento

Quali sono le prove mediche e perchè sono importanti in una richiesta di risarcimento del danno per malasanità?

Le prove mediche hanno una importanza cruciale per il buon esito di una richiesta di risarcimento danni. In questo articolo prenderemo in esame i vari tipi di prove che devono essere prodotte dal paziente danneggiato a supporto della richiesta di risarcimento del danno medico.

Quali sono le prove mediche che deve fornire il paziente per la richiesta di risarcimento?

Quando parliamo di risarcimenti medici, ci riferiamo al diritto del paziente danneggiato a causa di un errore medico ad essere risarcito del danno subito. Questo diritto possono averlo anche gli eredi del paziente nel caso in cui, sempre a causa della malasanità, si sia determinato il suo decesso.

Le prove mediche nella responsabilità sanitaria

Per tutelare questo diritto, è necessario presentare una richiesta di risarcimento del danno per responsabilità medica. Abbiamo già parlato della natura della responsabilità medica ed evidenziato come la stessa sia una responsabilità di tipo contrattuale ai sensi dell’art. 1218 c.c. Tra il medico/la struttura ospedaliera ed il paziente, infatti, si instaura il cosiddetto contratto di spedalità. Ad esempio, questo contratto atipico, si concretizza al momento del ricovero del paziente in ospedale.

La responsabilità contrattuale differisce da quella di tipo extracontrattuale, disciplinata dall’art. 2043 c.c. per alcuni importanti aspetti che riguardano sia i termini di prescrizione che le prove.

Nella responsabilità contrattuale è il paziente danneggiato che deve provare tutti gli elementi costitutivi del fatto illecito (errore medico, evento di danno e correlazione causale tra l’errore ed il danno). In aggiunta, il termine di prescrizione sarà di 5 anni.

Nella responsabilità extracontrattuale, invece, l’onere della prova si inverte. Il paziente dovrà provare l’esistenza di un contratto con la struttura sanitaria, il danno subito a seguito del trattamento medico e allegare l’inadempimento della struttura e/o del medico. Rimane pertanto in carico alla struttura l’onere di provare il corretto adempimento ossia di avere agito correttamente. Il termine di prescrizione è inoltre di 10 anni.

Tenuto conto di quanto appena detto ossia che la responsabilità medica è di tipo contrattuale, questa distinzione tra responsabilità contrattuale ed extracontrattuale potrebbe sembrare non importante ai fini di una richiesta di risarcimento medico. Purtroppo non è così.

Con la Legge Balduzzi prima e la Legge Gelli poi, il legislatore, infatti, ha stabilito che il medico dipendente di una struttura ospedaliera risponde per responsabilità extracontrattuale mentre la struttura per responsabilità contrattuale.

Quando si decide di presentare una richiesta di risarcimento per un danno conseguente ad un errato trattamento medico, occorre valutare attentamente a chi indirizzare tale richiesta. Da questo, infatti, dipenderà il termine di prescrizione del diritto e il tipo di prove che dovranno essere fornite da parte del paziente danneggiato.

Le prove mediche nella richiesta di risarcimento per responsabilità sanitaria: alcuni esempi

Le prove mediche sono fondamentali nella richiesta di risarcimento per un danno subito da un paziente a causa di un errore medico. Esse servono a dimostrare l’esistenza del danno, la sua causa e la sua entità.

Le prove mediche possono essere di vario tipo, tra cui:

  • Documenti clinici: cartella clinica, referti, esami diagnostici, ecc.
  • Testimonianze di medici: dichiarazioni di medici che hanno visitato il paziente o che hanno esaminato la documentazione clinica.
  • Perizie medico-legali: valutazioni di esperti indipendenti che hanno il compito di stabilire l’esistenza, la causa e l’entità del danno.

La raccolta delle prove mediche è un passaggio fondamentale per la valutazione della fattibilità di una richiesta di risarcimento. È consigliabile rivolgersi ad avvocati specializzati in diritto sanitario ed a medici legali esperti che potranno fornire assistenza nella raccolta delle prove e nella valutazione della fattibilità della richiesta.

Ecco alcuni esempi dell’importanza delle prove mediche nella richiesta di risarcimento:

  • In caso di errore diagnostico, le prove mediche possono dimostrare che il medico ha omesso di diagnosticare correttamente la patologia del paziente, con conseguente ritardo nel trattamento e peggioramento della condizione del paziente.
  • In caso di errore terapeutico, le prove mediche possono dimostrare che il medico ha somministrato un farmaco o eseguito un intervento in modo scorretto, con conseguente danno al paziente.
  • In caso di infezioni nosocomiali, le prove mediche possono dimostrare che l’infezione è stata contratta in ospedale, a causa di una negligenza del personale sanitario.

In assenza di prove mediche, è più difficile dimostrare la responsabilità del medico e ottenere un risarcimento.

La documentazione sanitaria come prova per la richiesta di risarcimento

I documenti medici sono la principale fonte di prova per supportare una richiesta di risarcimento del danno medico. Tra i documenti medici rientrano tutti i documenti relativi all’assistenza sanitaria ricevuta dal paziente. Essi, pertanto, includono:

  • la cartella clinica
  • i referti degli esami strumentali (Rx, TAC, RMN, ecografie, ecc.)
  • le immagini degli esami strumentali, abitualmente registrate su supporti digitali.
  • i documenti sanitari ambulatoriali (referti di visite ambulatoriali eseguite presso strutture pubbliche e/o private)
  • certificati di visite specialistiche private
  • le prenotazioni di esami e/o di controlli
  • le prescrizioni di terapie
  • le spese mediche

Ferma restando la rilevanza probatoria di tutti i documenti sopra elencati, la cartella clinica, senza dubbio, è il mezzo di prova più importante.

Deve essere acquisita in copia conforme all’originale ed essere attentamente analizzato per verificare e confermare la procedibilità del caso.

Nella cartella clinica, infatti, devono essere registrate da parte del personale sanitario che presta assistenza al paziente durante il ricovero, tutte le attività svolte, sia di tipo medico che infermieristico, tutte le prescrizioni, gli accertamenti strumentali, gli esami di laboratorio. La cartella deve essere aggiornata quotidianamente e contestualmente alla prestazione resa sul paziente.

Non devono essere fatte correzioni o meglio le correzioni/rettifiche devono essere ricostruibili sia in termini di orario che della persona che ha eseguito la correzione. Il problema delle cancellazioni è stato in gran parte risolto con l’avvento delle cartelle elettroniche.

L’importanza della cartella clinica come mezzo di prova deriva anche dalla sua veste di atto pubblico. Come tale, infatti, possiede un valore probatorio maggiore rispetto ad un documento medico rilasciato da una struttura o da un medico privato. Tecnicamente si dice che la cartella clinica gode di “fede privilegiata“.

La fede privilegiata è una caratteristica che la legge attribuisce ad un atto pubblico, garantendone la sua veridicità a meno che la stessa non sia oggetto di contestazione mediante una querela di falso.

Il contenuto della cartella clinica, pertanto, è vero fino a querela di falso.

Da questo si comprende l’importanza di eseguire una raccolta completa della documentazione sanitaria che riguarda la vicenda clinica di presunta malasanità.

Una raccolta documentale non corretta potrebbe condizionare il buon esito di una richiesta di risarcimento del danno, impedendo ad esempio la valutazione, da parte del medico legale e del legale, prima, e del Giudice, poi, di possibili importanti elementi di giudizio.

Le prove mediche fornite dalle consulenze medico legali

Le perizie medico-legali sono valutazioni di esperti con le quali si ripercorre la vicenda clinica, evidenziando i passaggi critici dell’assistenza prestata al paziente, l’esistenza di un danno al paziente e la sua correlazione causale agli errori medici eventualmente identificati.

Le perizie medico-legali sono valutazioni di esperti specializzati in medicina legale che hanno il compito di stabilire l’esistenza, la causa e l’entità di un danno fisico e/o psichico subito da un paziente.

Una consulenza medico legale viene richiesta abitualmente dal paziente danneggiato prima di presentare una richiesta di risarcimento per malasanità.

Nel caso in cui le parti non siano in grado di raggiungere un accordo sulla natura ed entità del danno, una perizia medico legale, spesso, sarà richiesta dal tribunale.

Il medico legale esaminerà tutte le prove rilevanti, tra cui i documenti clinici, le testimonianze di medici e le dichiarazioni del paziente.

La perizia medico-legale deve essere redatta in forma scritta e deve contenere le seguenti informazioni:

  • una descrizione del caso in esame;
  • una valutazione delle prove rilevanti;
  • una conclusione sulle cause e sull’entità del danno;
  • una quantificazione del danno.

La prova del danno da parte del paziente è elemento imprescindibile per il paziente tenuto conto che operiamo, come visto in precedenza, in ambito di responsabilità contrattuale. Per fornire questa prova, l’aiuto di un medico legale esperto nella valutazione del danno alla persona in ambito civilistico è prioritaria.

Il medico legale, infatti, dopo avere visitato il paziente danneggiato, potrà richiedere ulteriori approfondimenti specialistici o strumentali, qualora ritenuti utili a documentare e dimostrare il danno. Questo vale evidentemente per il danno alla salute riportato dal paziente. Le possibili voci di danno risarcibile, tuttavia, non si esauriscono necessariamente con il danno alla salute (danno biologico).

I danni che possono essere richiesti e che devono essere oggetto di verifica da parte sia del medico legale che dell’avvocato sono:

  • Il danno patrimoniale (il danno da lucro cessante e il danno emergente)
  • il danno non patrimoniale (il danno biologico con eventuale personalizzazione e il danno morale)

Il danno biologico non è altro che il danno alla salute subito dal paziente ossia il pregiudizio alla sua preesistente integrità psico-fisica che verrà prima descritto da parte del medico legale e quindi quantificato utilizzando delle tabelle.

Il danno morale invece è il danno rappresentato dalla sofferenza interiore patita dal paziente a causa della vicenda clinica, della lesione sofferta e dei suoi esiti permanenti.

L’eventuale personalizzazione del danno, infine, consiste nella possibilità di incrementare di una determinata percentuale il valore economico derivante dalla trasformazione economica del danno  biologico valutato dal medico legale. Questa personalizzazione sarà giustificata quando la menomazione riportata dal paziente incida negativamente su particolari aspetti della sua vita quotidiana.

Le testimonianze di medici e dei pazienti come mezzi di prova

Le testimonianze possono essere utilizzate per confermare o contraddire le informazioni contenute nei documenti clinici. I medici che possono fornire testimonianze sono quelli che hanno visitato il paziente, quelli che hanno esaminato la documentazione clinica o quelli che hanno una competenza specifica in materia.

Altrettanto utili possono risultare le testimonianze di persone che hanno avuto modo di acquisire informazioni utili riguardo alla vicenda clinica in esame.

Altri tipi di prove mediche nella richiesta di risarcimento

In molti casi, possono essere utilizzate anche altre prove mediche, come foto, video o registrazioni audio. Queste prove possono essere utili per dimostrare la condizione del paziente prima e dopo l’errore medico.

Con l’avvento della tecnologia, possono rappresentare un mezzo di prova anche uno scambio di email o di messaggi tra il medico ed il paziente.

Dopo avere esaminato quali sono le prove mediche utili per una richiesta di risarcimento del danno e dopo avere stabilito la loro rilevanza, è possibile rispondere alle domande che sempre più spesso i pazienti danneggiati rivolgono alla nostra Associazione.

Quanto tempo si ha per denunciare un danno subito da un medico?

La risposta più semplice a questa domanda sarebbe la seguente: si hanno 10 anni per la responsabilità contrattuale (se la richiesta di risarcimento viene indirizzata alla struttura sanitaria o ad un medico libero professionista) oppure 5 anni per la responsabilità contrattuale (se la richiesta di risarcimento viene indirizzata ad un medico dipendente).

Anche su questi aspetti, risulta comunque opportuno rivolgersi il prima possibile ad un avvocato esperto in diritto sanitario che potrà verificare esattamente quali siano nel caso specifico i reali termini di prescrizione.

Questo è importante anche perchè la decorrenza del termine può non corrispondere al momento in cui si è prodotto il danno medico. La decorrenza, infatti, può essere posticipata al momento in cui il paziente danneggiato dimostra di avere acquisito la consapevolezza che il danno è stato subito a seguito di un errore medico. Questo normalmente avviene a seguito di una consulenza medico legale.

Come fare causa per errore medico?

Prima di fare una causa per errore medico, bisogna accertare e confermare la procedibilità della vicenda di malasanità. Una volta ottenuta questa conferma mediante una consulenza legale e medico legale preliminare, si potrà iniziare il percorso per il risarcimento del danno per il quale ti consigliamo di leggere questo articolo.

Il primo passo è rappresentato dalla richiesta di risarcimento medico ossia una lettera di messa in mora della struttura ospedaliera e/o del medico nella quale si descrivono i fatti e si chiede il risarcimento di tutti i danni subiti dal paziente.

Il secondo passo, in caso di fallimento della richiesta di risarcimento, è quello di tentare una conciliazione con la controparte. La legge Gelli  (Legge 24/2017) ha infatti reso obbligatorio questo step prima di poter fare causa alla struttura sanitario e/o al medico. Questo tentativo obbligatorio di conciliazione può essere fatto presentando in tribunale un ricorso ai sensi dell’art. 696 bis c.p.c. (consulenza tecnica preventiva finalizzata alla conciliazione della lite) oppure, in alternativa, attivando un procedimento di mediazione ai sensi dell’art. 5, comma 1, del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28.

In caso di fallimento anche di questo secondo step, si potrà promuovere una causa per responsabilità sanitaria.

Quando denunciare un medico?

La risposta a questa domanda può sembrare scontata. Quando il medico sbaglia. Purtroppo la questione è molto più complessa in quanto entrano in gioco diversi fattori che non riguardano solo i diritti dei pazienti. Tra questi rientrano infatti la cosiddetta sostenibilità del sistema sanitario ed il malfunzionamento della giustizia. I ritardi della giustizia risultano infatti condizionati anche dall’attivazione di contenziosi che non avrebbero dovuto essere attivati.

Altro elemento importante da tenere in considerazione sono i costi ed i rischi di una causa. Se si promuove una causa senza un approfondito studio preliminare di fattibilità, infatti, vi è il rischio di spendere molti soldi, di perdere la causa ed essere addirittura condannati a pagare le spese della controparte.

Fatte queste doverose premesse, la risposta che riteniamo più corretta è la seguente: La denuncia di un medico e/o di una struttura sanitaria può essere fatta solo dopo una preliminare verifica e ponderazione dell’effettiva esistenza di presupposti tecnico-scientifici e giuridici.

Cosa fare se un medico sbaglia?

Se si ritiene di avere subito un danno a causa di un errore medico, la prima cosa da fare è raccogliere tutta la documentazione sanitaria e rivolgersi ad avvocati e medici legali esperti nella responsabilità sanitaria per una consulenza preliminare di procedibilità.

Questi professionisti specializzati nella malasanità, nella loro consulenza preliminare, verificheranno le prove mediche e l’effettiva esistenza di concreti presupposti per procedere ad una richiesta di risarcimento del danno.

Come vedi, le questioni in ballo sono molto complesse e delicate. Per questo motivo è fondamentale affidarsi a professionisti seri, esperti e specializzati nella responsabilità sanitaria.

Non tutti i paziente, tuttavia, hanno le risorse per scegliere e pagare professionisti di questo livello, essendo troppo spesso costretti anche a rinunciare a tutelare i propri diritti.

Per ovviare a questo problema, l’Associazione Iride ha attivato convenzioni con vari studi legali e medico legali specializzati in responsabilità sanitaria e nella valutazione del danno derivante da errori medici.

Grazie a queste convenzioni, tramite il servizio di assistenza malasanità della nostra Associazione, potrai richiedere una valutazione preliminare gratuita del tuo caso.

I nostri esperti convenzionati ti aiuteranno a  capire se vi siano i presupposti tecnici e legali per una richiesta di risarcimento per danni medici.

Per richiedere una consulenza gratuita puoi cliccare il seguente link.

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