Per sapere cosa si intende per danno da parto e per sofferenza cerebrale del neonato puoi leggere questo articolo introduttivo.
A conclusione di questo breve escursus riguardante gli errori medici durante il parto di cui avevamo parlato in questi articoli (parte 1 e parte 2), affrontiamo la problematica medico legale dei tempi di realizzazione del taglio cesareo.
Nel caso in cui, durante un travaglio di parto, il personale sanitario che assiste la donna rilevi gravi alterazioni del tracciato cardiotocografico, verrà posta indicazione ad eseguire un taglio cesareo d’urgenza/emergenza. Pur a fronte di una corretta diagnosi da parte dei sanitari di sofferenza fetale sulla base del tracciato cardiotocografico, nel caso di danno cerebrale del bambino, potranno sorgere contestazioni riguardanti la tardiva esecuzione del cesareo.
Si rende pertanto necessario stabilire quali siano i tempi corretti per l’espletamento del taglio cesareo, dalla formulazione dell’indicazione alla sua esecuzione. Per rispondere a tale quesito si deve fare riferimento alle indicazioni derivanti dalle Società Scientifiche Nazionali e Internazionali, tra le quali citiamo l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG). E’ stato definito ottimale un accesso al taglio cesareo entro 30 minuti dal momento in cui viene posta tale indicazione. Considerato comunque adeguato anche un limite di tempo di 45 minuti.
In definitiva, il mancato rispetto di tali tempistiche rappresenta incongruità e configura un errore medico ovvero di organizzazione della Struttura Ospedaliera. Non raramente, infatti, il ritardo di esecuzione di un taglio cesareo non deriva dalla responsabilità diretta del personale sanitario che assiste la donna al momento del parto, bensì da carenze organizzative (mancanza di una sala operatoria disponibile, ritardo nell’attivazione del personale di sala, etc.) della Struttura ove la stessa è ricoverata. Anche in questi casi, ovviamente, un eventuale danno cerebrale del bambino sarà meritevole di essere risarcito.
Sulla base di tutto quanto appena detto riguardo alla genesi della sofferenza ipossica del feto, molteplici sono gli aspetti medico legali da analizzare, analisi che dovrà inevitabilmente essere condotta da professionisti esperti e con l’ausilio di uno specialista in ginecologia e ostetricia. Solo al termine di un’approfondita e seria disamina di tutta la documentazione sanitaria, comprensiva della rilettura di tutti i tracciati cardiotocografici, sarà possibile esprimersi sulla condotta dei sanitari ovvero verificare l’esistenza di errori medici o carenze assistenziali e di un conseguente danno da parto risarcibile.