Distocia di spalla (parte 2)

Tornando a parlare di distocia di spalla i cui fattori di rischio erano stati analizzati in questo precedente post, giova a questo punto analizzare le possibili conseguenze lesive della distocia di spalla.

Per il neonato si identificano:

  • La morte
  • Il danno cerebrale ipossico
  • La lesione del plesso brachiale
  • La lesione della colonna vertebrale cervicale
  • La frattura della clavicola e dell’omero (rara)

Per la madre si identificano:

  • Le lacerazioni del tratto genitale
  • L’emorragia post-partum
  • La rottura dell’utero

 

Al fine di prevenire la distocia di spalla e conseguentemente evitare la produzione di tali lesioni risulta opportuna una preliminare valutazione del rischio di incorrere in un parto distocico. Sebbene tutt’oggi la letteratura non dia un indirizzo comportamentale univoco difronte ad una sospetta macrosomia fetale (ciò anche perché la stima ecografica del peso fetale presenta una accuratezza non particolarmente elevata), esiste una indicazione alla programmazione del taglio cesareo per un peso fetale stimato di 5000 grammi in madri non diabetiche e maggiore di 4500 grammi in madri diabetiche.

Nel caso di una contestazione di presunta malasanità per una lesione del neonato e/o della madre da distocia di spalla, alla luce di quanto appena affermato sarà necessario non solo valutare la correttezza delle manovre ostetriche di disimpegno del feto ma verificare se prima di arrivare al parto siano state messe in atto tutte le misure utili a prevenire il verificarsi della distocia ovvero se in considerazione dei fattori di rischio presenti e della stima del peso del feto poteva essere programmato il taglio cesareo.

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