Risarcimenti medici: cosa fare?

Alcune regioni italiane si stanno orientando verso la gestione diretta del contenzioso in ambito sanitario, ovverosia, in luogo di una copertura assicurativa per responsabilità professionale delle Aziende Sanitarie, stanno creando dei Fondi Regionali di garanzia per far fronte alle spese derivanti dai risarcimenti dovuti agli assistiti vittime di casi di “malasanità”.

Tra le regioni interessate a tale epocale cambiamento, prima tra tutte la Regione Toscana, la cui attività, in tal senso è iniziata nel 2010, seguita da Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Basilicata e Friuli Venezia Giulia anche se talora con forme miste di gestione.

In tale ottica, le Aziende Sanitarie si impegnano a gestire direttamente tutte le richieste di risarcimento per presunti errori medici pervenute dagli utenti, mediante l’istruzione di ogni pratica, lo studio della documentazione sanitaria e la valutazione di un eventuale danno ingiusto da risarcire alla luce di criticità rilevate nell’operato dei sanitari.

Tale gestione appare certamente impegnativa sotto il profilo organizzativo, stante la necessità di creare una rete costituita da molteplici figure professionali (medici legali, legali, liquidatori e amministrativi), difficoltà riscontrabili soprattutto nelle Strutture Sanitarie con un rilevante numero di prestazioni assistenziali.

Se lo scopo principale della suddetta scelta gestionale, pare consistere nella ricerca di una minore spesa, tenuto conto dei crescenti e rilevanti costi assicurativi e, idealmente, nella ricerca di una maggiore soddisfazione dell’utenza, sono innegabili le difficoltà che si vanno delineando sotto il profilo organizzativo-gestionale per la non sempre ottimale disponibilità di risorse umane/professionali dedicate, e dalla paventata mancanza di autonomia decisionale dei professionisti chiamati a valutare gli oneri risarcitori delle Aziende. Quest’ultimo aspetto, limitativo dell’effettiva efficacia del servizio di gestione diretta dei risarcimenti medici non appare completamente disgiunto dalla crescente attività di controllo attuato dalla Corte dei Conti.

Un esempio in tal senso la recente contestazione da parte della Corte dei Conti ad un sanitario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi chiamato a rispondere per danno erariale in relazione ad un maxi risarcimento corrisposto dall’Azienda ad un paziente vittima di un danno conseguente ad un errore del medico. Da tali elementi di criticità fino ad oggi manifestati dal sistema di gestione diretta del contenzioso da parte delle Aziende Sanitarie, purtroppo non rispondente allo spirito che ha animato tale cambiamento, origina un rischio tutt’altro che remoto di incorrere nel crescente ricorso alle vie giudiziarie, a fronte di frequenti ritardi di gestione delle pratiche e dei numerosi casi (spesso quelli di maggiore rilevanza risarcitoria) definiti non risarcibili dalle Aziende per il timore di eventuali contestazioni da parte della Corte dei Conti.

Risulta comunque ancora difficile esprimere un giudizio definitivo in merito ai risultati ottenuti dalla nuova gestione autonoma del contenzioso, in considerazione del breve periodo trascorso dal suo avvio. Sebbene gli obiettivi da raggiungere siano ancora lontani, è auspicabile una crescente ricerca da parte delle Aziende Sanitarie di una maggiore aderenza a quello spirito con il quale è stata introdotta la nuova modalità di gestione del contenzioso, ossia di quella soddisfazione dell’utente-paziente, da ricercarsi, piuttosto, in una prevenzione primaria del contenzioso mediante la realizzazione di efficaci attività di risk-management che rappresentano, assieme ovviamente ad un aumento degli standard organizzativi delle singole Strutture Ospedaliere, gli unici elementi utili a promuovere una buona sanità.

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1 commento su “Risarcimenti medici: cosa fare?”

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